Sembrerà un paradosso, ma allo stato attuale con questa moneta chiunque -da un politico ad un tecnico- armato anche delle migliori intenzioni, non può far di meglio e lungi da me con questa affermazione prendere le difese di Draghi, ma bisogna prenderne atto che con questo sistema, per crescere deve fare debito ed il debito non puoi rimborsarlo. Come si vede è un sistema che perde, non è una questione di uomini ma di impianto generale, cosi com’è strutturato, in poche parole non possiamo fare niente.

Molti oggi si chiedono se la soluzione sia uscire dall’euro, ma la domanda che ci dobbiamo porre è: uscire dall’euro per andare dove? ma soprattutto come?

Si può tornare alla Lira? ma quale Lira? quella antecedente al 1981? ovvero prima che ci fosse la scissione fra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro per presunto conflitto d’interesse? in realtà quest’operazione -che, che ne dica l’ex premier Letta-  rappresentò lo spartiacque per la nostra perdita di sovranità. Che fare quindi? Per tornare alla lira, si devono fare tre cose:

– Abbandonare istantaneamente l’euro per riconvertire tutto in lira (per fare questa operazione all’inverso, ci vollero dai 2 ai 3 anni)

– Nazionalizzare la Banca d’Italia

– Una politica monetaria completamente nuova e coraggiosa

Ora, il problema di pone nella qualità della nostra classe politica, che dovrebbe gestire il tutto nel messo di un bombardamento da parte dei mercati, quindi dovrebbe fare queste tre cose in tempi brevi e in modo efficace, sinceramente nutro molti dubbi.

Alla luce di tutto ciò, la soluzione non è l’uscita dell’euro ma la adozione di soluzioni domestiche che generino pagamento senza debito, fornire alle famiglie, le aziende e la pubblica amministrazione di strumenti di pagamento che non implichino la contrazione di debiti.

Per fare questo si deve decidere di stampare moneta sulla base dell’economia reale ed svincolati dalle banche. Si deve uscire dal meccanismo diabolico di avere la moneta in prestito che ci obbliga all’indebitamento per pagare poi gli interessi.

Alberto Micalizzi

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