Permangono rischi sistemici sul comparto azionario

COSA ACCADE
Numerosi fattori critici pesano sui primi mesi del 2023 e richiedono prudenza rispetto agli asset rischiosi. Anzitutto, vi è la possibilità che la recessione inizi a mordere già nella prima metà del 2023, con impatti negativi sugli utili per azione.
In secondo luogo, la discesa dei prezzi USA concentrata in pochi mesi dai livelli a due cifre del 2022 non è un processo ordinato né indolore. Peraltro, l’inflazione EU resta alta e mostra solo lievi segni di rallentamento.
C’è poi la ripresa dell’attività economica in Cina dopo tre anni di lockdown, che riporta sul mercato milioni di consumatori ed aziende con aspettative di nuove pressioni soprattutto sui prezzi dell’energia e dei trasporti.

COSA ASPETTARCI
Rispetto all’incertezza legata ai mercati azionari, i metalli preziosi, oro in testa, sembrano godere delle condizioni migliori per prolungare la fase rialzista consolidatasi nell’ultimo trimestre del 2022.
Infatti, oro, argento e platino potranno beneficiare di entrambi gli scenari prevedibili per il 2023: se l’inflazione si contrarrà ulteriormente, e i tassi di interesse scenderanno, i metalli preziosi ne beneficeranno per la storica correlazione negativa con i tassi stessi. Se, invece, dovesse svilupparsi uno scenario recessivo, aggravato magari da recrudescenze militari e pandemiche, i metalli preziosi troverebbero comunque ulteriori fattori di stimolo.