Non avrei mai creduto di ascoltare parole tanto chiare dall’esponente del Governo che in collaborazione con il cartello affaristico della Troika sta gestendo l’assassinio di questo Paese e dell’Europa tutta.
D’Attorre fa due affermazioni coraggiose:
- Il Jobs Act ha l’obiettivo di produrre una DIMINUZIONE DEI SALARI, così come richiesto da Draghi all’Italia, per riallineare (verso il basso) la competitività delle nostre aziende rispetto al resto d’Europa
- Il nostro Governo si è impegnato su indicazione della Troika a mantenere un obiettivo di DISOCCUPAZIONE NON INFERIORE AL 12% (si chiama “Disoccupazione Strutturale”) che ha lo scopo di evitare pressioni inflazionistiche.
ASCOLTA L’INTERVISTA DI D’ATTORRE (ascoltare assolutamente al minuto 7:48, ne vale la pena!)
Ora, se questo lo avesse detto qualche sedicente economista alternativo, qualche premio Nobel in cerca di notorietà, qualche complottista di quelli che girano….potevo capirlo. Ma sentirmelo sbattere in faccia da D’Attore, uno che considero parte dell’ala moderata della compagine governativa, mi fa salire la rabbia e mette a dura prova la mia capacità di distacco.
Una volta ancora ho ed abbiamo (assieme a chi lo dice da tempo) sbagliato per difetto, abbiamo sottovalutato il fenomeno quando dicevo e dicevamo che l’unico obiettivo che interessa la Troika è il valore della LORO moneta, e la minaccia a tale valore è rappresentato dall’inflazione. Il resto, TUTTO il resto, non conta.
Ecco dunque che hanno inventato la crisi e la conseguente falsa necessità di austerità che, sempre secondo il loro copione, si risolve imponendo politiche deflattive, cioè di SVALUTAZIONE, che riguardano i salari, i nostri immobili, le nostre aziende. Così la loro moneta mantiene un valore stabile e, al tempo stesso, i beni del nostro Paese, e la nostra forza lavoro, possono essere comprati a sconto, come sta accadendo ogni giorno.
I giornalisti, i politici, gli imprenditori, i professionisti che NON denunciano questa aggressione ne sono complici e hanno le stesse responsabilità degli aggressori.
Non c’è più spazio per posizioni neutrali.
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