Questo non è un referendum tra Euro e Dracma, come molti ingenui continuano a credere, bensì un referendum per stabilire chi dovrà guidare la Grecia in una fase tragica della propria storia, una fase che potrà essere più o meno cruenta ma che certamente consegnerà il Paese nel caos.

Anzitutto, tecnicamente parlando l’Euro non circola più in Grecia che è già in default. Quindi, prima che i Greci eventualmente decidano se uscire dall’Euro è l’Euro che sta uscendo dalla Grecia. Del resto, è il chiodo che può uscire dal buco, non il contrario…

I soldi prestati alla Grecia sono stati creati con un click dalla tastiera dei computer di banche internazionali, ed il fatto che non tornino indietro rappresenta per queste banche lo stesso fastidio che provoca la cancellazione di un file!

The revelationD’altro canto, gli interessi sul debito pagati dalla Grecia sono a fronte di beni e servizi reali, e soprattutto il debito pubblico Greco, cresciuto fittiziamente come in altri Paesi, assegna la titolarità di larga parte dei beni del Paese alle banche creditrici.

L’operazione quindi è perfettamente riuscita, la preda è nel sacco ed i Troici se la stanno ridendo…

Adesso l’aguzzino deve creare un precedente, mostrare agli altri membri cosa accade a chi infrange gli accordi, e vorrà farlo in maniera eclatante, così da offrire ai propri camerieri che gestiscono gli altri Paesi la possibilità di sollevare un monito: “non vorrete finire come la Grecia….”.

Per tutte queste ragioni e per quello che hanno intenzione di fare in Grecia forse è più funzionale Tzipras, piuttosto che un direttorio di tecno-burocrati che verrebbero palesemente visti come curatori fallimentari e fortemente osteggiati dalla popolazione.

Per questo è probabile che vinca il NO, ma, ripeto, è del tutto ininfluente dato che il destino della Grecia è già segnato. C’è un piano già scritto nel caso vinca il SI ed uno nel caso vinca il NO. Non è romantico tutto questo ma è così che ragionano i banchieri.

Quale lezione per noi? Una ma decisiva: L’uscita dall’Euro non è il mezzo ma la conseguenza di una strategia più ampia che consenta al Paese di affrancarsi dalle propaggini che la Troika ha costruito nel Paese. Questa strategia ha due tasselli fondamentali: dotarsi di strumenti di pagamento domestici svincolati dal debito e costruire alleanze con altri Paesi del Sud-Europa.

Da soli e sulla base di soli proclami elettorali possiamo davvero finire nel caso che attende la Grecia.

Alberto Micalizzi