Ieri il Tribunale di Trani ha assolto i dirigenti di Standard&Poor’s per i reati di manipolazione di mercato, perché il fatto non costituisce reato! La sentenza non ha negato i fatti ma ha ritenuto che in tali condotte non vi fosse il dolo che è l’elemento decisivo per la sussistenza del reato di manipolazione.

E’ un po’ come dire che l’agenzia di rating non avesse intenzione di provocare la caduta di un governo, l’applicazione di un piano di austerità al Paese, la perdita del 10% del valore dei BTP, l’incremento dei tassi di interesse sui debiti della pubblica amministrazione, delle famiglie e delle imprese, ed un danno erariale complessivo che la Corte dei Conti ha stimato in oltre 100 miliardi di euro….

a muso duro

Io voglio invece credere che un giudice di primo grado possa non avere i mezzi per comprendere che un giudizio emesso da Standard&Poor’s è l’opinione di un operatore istituzionale di primario livello mondiale, che detiene il 35% della quota di mercato in tema di rating Paese, e che ha una licenza riconosciuta dalle autorità di mercato sulla base del principio di “responsabilità professionale” che il testo unico della finanza (TUF) disciplina in maniera minuziosa soprattutto per quanto attiene alle modalità di comunicazione rivolte al mercato.

Stiamo scontrandoci contro il vertice del sistema finanziario internazionale, non è una passeggiata. I fatti sono accaduti, fatti nuovi per l’esperienza della magistratura italiana. Occorre adesso perseverare e preparare la prossima mossa.

Non molliamo!

Alberto Micalizzi