Inflazione e tassi di interesse causano ondate di vendite di azioni
COSA ACCADE
Un mercato ribassista è confermato soprattutto da rimbalzi irrazionali ed effimeri. È quanto è successo Giovedi 13 Ottobre, quando le principali borse internazionali hanno chiuso con rialzi tra l’1% ed il 3% circa. Una reazione emotiva, annullata già dai forti ribassi del giorno successivo che hanno chiuso una settimana in forte ribasso per tutte le principali Borse internazionali.
Tra le anomalie di periodo che possono essere sfruttare opportunisticamente vi è la crescita dei rendimenti a breve dei titoli italiani. L’asta dei BOT a 12 mesi della settimana scorsa ha segnato un rendimento annuale del 2,532%, incredibile se si pensa che solo un anno fa questo rendimento rasentava lo zero. In generale, resta valida la preferenza per i titoli a breve scadenza (entro 3 anni) rispetto a quelli a lunga scadenza.
COSA ASPETTARCI
A causa della continua crescita dei tassi, le Borse continueranno ad avere margini di ribasso, seppur intervallati da fasi di effimera ripresa. Tale dinamica potrà essere in parte modificata (probabilmente peggiorata) dalla pubblicazione di utili trimestrali inferiori alle attese.
Non va poi sottovalutato il rischio di una crisi finanziaria, dovuta al blocco dei finanziamenti interbancari, simile a quello che si verificò nel 2008 all’indomani del fallimento della Lehman Brothers.
Stare lontani dalle Borse, quindi, resta un monito importante. Tuttavia, l’eccezionale inflazione rappresenta una tassa patrimoniale occulta che costringe ad investire, seppur con prudenza, per proteggere il potere d’acquisto del capitale.
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