Gli operatori sperano che i tassi rallentino la propria corsa

COSA ACCADE

Nella settimana trascorsa le borse internazionali hanno sperimentato una forte ripresa con aumento settimanale medio dal 3% al 5%, totalmente anticipato nel precedente numero di “Punto Nave” dove parlavamo dell’aspettativa di rimbalzi irrazionali che rappresentano conferme della tendenza ribassista in corso da mesi.
Terminato il congresso del Partito Comunista Cinese con una delega forte a Xi Jinping, prima volta di un terzo mandato a capo del partito. Ma la notizia ancora più importante è la modifica costituzionale che ha sancito l’opposizione all’indipendenza di Taiwan. A questo punto, è solo una questione di tempo prima che la Cina lanci una manovra militare sull’isola rivendicata. Forse aspetteranno le elezioni USA confidando nello sfaldamento della maggioranza che sostiene Biden.

COSA ASPETTARCI

Il quadro ribassista di breve resta immutato. Sia i mercati azionari che obbligazionari guarderanno alle elezioni americane di midterm che si terranno l’8 Novembre prossimo.

L’altro occhio resta vigile sui report trimestrali delle principali aziende, dati i timori che i prezzi dell’energia e gli elevati tassi possano peggiorare le aspettative sugli utili aziendali. Se ciò accadesse, le borse subirebbero ulteriori ribassi.

Intanto, occorre ricercare soluzioni al problema dell’inflazione che erode il potere d’acquisto dei risparmi. Oltre alle obbligazioni governative con scadenza inferiore ai 3 anni aumenta la domanda per obbligazioni a scadenza più lunga ma con rendimenti indicizzati all’inflazione.