Sembra un fiume in piena Elsa Fornero; chiamata a rispondere del suo operato sulla riforme delle pensioni, non ci sta a prendersi da sola le responsabilità,ieri, davanti alle telecamere del programma 1/2h su Rai3. Dapprima prova a passare da vittima di un attacco da parte di “maschilisti” e “fascisti”, per poi fare il suo j’accuse chiamando sul banco degli imputati niente meno che la Bce, in quanto mandante della sua riforma.
“Sono assolutamente convinta che in Italia ci sia ancora un substrato di maschilismo diffuso, un atteggiamento misogino di non riconoscimento della parità dei diritti alle donne e di discriminazione. Qualche volta questo sconfina in atteggiamenti che sono squisitamente fascisti. Una donna le avverte queste cose”. Quindi stante le sue dichiarazioni, non solo non ammette che le critiche possano essere fondatamente oggettive, come d’altronde la sentenza della Consulta conferma, ma si tratta secondo la ex ministra di un atteggiamento misogino, fascista e maschilista. Ma le sue dichiarazioni non si fermano qui, va avanti e dice: “La riforma delle pensioni era la principale richiesta che la Bce aveva fatto nell’estate per acquistare titoli del debito pubblico e aiutare l’Italia. Quei venti giorni furono durissimi, bisognava dare una risposta immediata, questa è anche la ragione per cui quella sentenza dal mio punto di vista è difficilmente comprensibile, lo dico col massimo rispetto”. Per onore di cronaca e anche se lei omette di dirlo, furono i giorni in cui l’Italia fu oggetto di un golpe, grazie al ricatto dello Spread.
Elsa Fornero, nel 2012 come ministro della Repubblica di Italia dichiarava “I cambiamenti portati dalla riforma delle pensioni del governo Monti erano necessari per compiacere i mercati finanziari, altrimenti i mercati avrebbero devastato l’Italia”, e ancora: “il governo Monti non è stato chiamato a fare sviluppo”.
Alla luce di queste dichiarazioni, e di quelle di ieri, di una estrema gravità, sarebbe opportuno, che oltre alla sentenza della consulta, ci fosse -come già detto in altre occasioni- la apertura di un fascicolo che permetta di chiarire gli eventi responsabili delle dimissioni di un governo legittimamente eletto dal popolo italiano e di un elenco di riforme, favorevoli al mercato, ma dannose per il popolo italiano.
Alberto Micalizzi
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