suddito

Ragioniamo obiettivamente: Una Grecia che scivola via dalle mani unte della Troika e va a parare addirittura alla corte di Putin non può che suscitare simpatia a chi conosce la perversione del meccanismo finanziario orchestrato dalla Troika…Se non altro, determinerebbe un precedente che rischia di graffiare il pensiero unico secondo il quale l’attuale organizzazione politico-affaristica della UE sia l’unico dei mondi possibili.

Tuttavia, la Grecia si è presentata al cospetto della Russia da suddita, non da partner. Con un’economia al collasso, senza una moneta propria, senza un piano industriale a lungo termine, con distretti produttivi ridotti in macerie e con profonde lacerazioni sociali non ha potuto fare altro che offrire l’unico “bene” disponibile: la propria posizione geografica, la via di passaggio per un tubo, forse qualche porto di attracco per navi militari o qualche aeroporto per basi militari.

Potrebbe non essere poco, qualcuno dirà, e sicuramente non lo è. Ma in cambio la popolazione greca avrà prestiti, quindi altro DEBITO. Un debito meno stringente, forse, di quello della Troika (BCE+FMI) ma pur sempre un debito, in virtù del quale continuerà a pagare interessi, e soprattutto a prendere ordini da oltre confine.

Questa è forse la lezione più importante per tutti noi. Se una nazione (intesa anche come nazione europea) non si emancipa dal debito, se non concepisce al proprio interno meccanismi nuovi che recidano il cordone ombelicale che lega l’economia reale al debito finanziario e bancario potrà forse allentare un poco il cappio che la stringe al collo, ma resterà suddita e non sarà mai padrona del proprio destino, qualsiasi sia il tavolo dove andrà a negoziare.

Alberto Micalizzi